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Monica di Sardegna DOC "Sustantia" Cantina del Bovale
- Regione: Sardegna
- Tipologia: Vino Rosso Fermo
- Gradazione: 13,5/14%
- Vitigno: Monica 90% Bovale 10%
- Luogo di Produzione, Affinamento, Temp. di servizio: Uve proveniente dal Comune di Torralba in provincia di Oristano. Maturazione ed Affinamento in acciaio Inox. Temp. Servizio 16/18 Gradi.
- Unicità: Vino autoctono sardo di elegante rusticità. Morbido, di media consistenza e contenuta acidità. Oggi esistente solo in Sardegna.
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Un fascino
dalle dubbie
origini
È un vitigno autoctono di origine molto antica anche se non chiaramente documentata. La sua presenza, praticamente solo in Sardegna, è sempre stata nota ma tramandata più a voce che sulla base di documentazioni dettagliate. Una ipotesi è che sia stata introdotta in Sardegna intorno all'anno 1000 da monaci camaldolesi. Lo scopo dei camaldolesi era di produrre vino, da bere e per le funzioni, ed anche per la produzione di uva da tavola. Da cui il nome Monica derivata dai monaci che l'avrebbero introdotta. Una seconda ipotesi vede l'arrivo del Monica in Sardegna ad opera degli Spagnoli intorno al 1600 durante la dominazione aragonese con il nome di Murillo, supposizione che si basa su un altro nome locale del Monica, il Niedda de Ispagna (Nera di Spagna). Tuttavia non esiste conferma che il Murillo fosse lo stesso Monica e nemmeno che la tradizione orale precedente al '600 fosse veritiera, il che rende tutto ancora più misterioso. Una terza ipotesi, a seguito di studi di alcuni ampelografi, vede delle assonanze tra il Monica ed il Mission vitigno a bacca nera introdotto dai francescani in Messico tra il '700 e l'800. Le altre denominazioni della Monica sono: Niedda Manna, Monaca, Moncia, Niedda Mora e, in provincia di Sassari, Pascale Sardu o Pansale. In sintesi quindi il Monica ha origini sicuramente antiche ma dubbie che lo rendono ancora più affascinante.
Toccasana per i dolori da mountain bike
In barca nella costa occidentale della Sardegna ripariamo a Bosa per una forte maestralata che consiglia di fermarsi. Si prevede maestrale di intensità forte per almeno 2 giorni e quindi si decide di esplorare a terra. Assicurata la barca noleggiamo mountain bikes e partiamo alla scoperta dell'entroterra costeggiando il fiume Temo. Dopo ore di paesaggi verdi arriviamo in un piccolo e molto rustico agriturismo dove decidiamo di passare la notte. La proprietaria, agricoltrice del luogo, ci propone la cena da loro che, affamati, accettiamo. Ormai con la prima oscurità e con le ultime cicale che si dissolvono verso i primi grilli ceniamo alla luce di lampade con candele che rendono il tutto agreste ma molto suggestivo. La proprietaria ci propone, seppur in piena campagna, un antico ed impegnativo piatto sardo di origine apparentemente fenicia: la S'Azzada. È una specie di agliata di pesce con aggiunta di aceto ed un po di vino (la Monica in questo caso). Chiediamo alla nostra cuciniera se ha una bottiglia di Monica e, rispondendo con una occhiata a dire "siamo in provincia di Oristano cosa domandate a fare?" ci mette sul tavolo due bottiglie di un corposo ed impenetrabile Monica piuttosto alcolico. Il tutto, aiutato dal meraviglioso pane locale, ci rende la serata magica e lenisce le fitte alle gambe per il tour in bicicletta.
Nel centro-sud della Sardegna
È presente, in piccole quantità, in tutta la Sardegna. In particolare lo si trova nella zona centro meridionale. Viene vinificato in purezza o in assemblaggio con altri vitigni locali quali il Bovale, il Cannonau ed anche il Cagnulari.